Varna (Firenze, Bolzano), Varena (Trento), Varenna (Lecco)
toponimi di origine etrusca


La derivazione - del tutto ovvia - del nome del paese di Varna, in provincia di Firenze, dal gentilizio maschile etrusco Varna è già stata fatta da Silvio Pieri<1>. Invece della derivazione del nome dell’altro Varna, in provincia di Bolzano, Gian Battista Pellegrini si è dimostrato sostanzialmente dubbioso<2>, mentre io lo riporto al medesimo genzilizio etrusco. A questo proposito ricordo che l’arrivo degli Etruschi fino all’Alto Adige (antica Raetia), certamente alla ricerca di minerali, è dimostrata sia da un noto passo di Tito Livio (V 33) sia dalla sicura derivazione del nome dell’altro paese della provincia di Bolzano, Vipiteno dall’altro gentilizio etrusco Vipitene <3>
La spiegazione etimologica poi che è stata finora prospettata per i toponimi Varena (Trento) e Varenna (Lecco) non mi convince affatto: Varena dall’appellativo vara «maggese» (sic!), da un longobardo *wara «terreno sorvegliato» oppure dalla base prelatina *vara «acqua»<4>; Varenna da Varena, femminile del gentilizio lat. Varenus<5>. Invece a mio giudizio pure i due toponimi derivano dal già visto gentilizio etrusco Varna, come denominazione di altrettanti predi o possedimenti terrieri.
Intanto c’è da osservare che i due toponimi si collegano strettamente fra loro perché anche Varenna risulta documentato nel Medioevo (secolo XIII) esattamente come Varena (la cui documentazione però è precedente di un secolo). D’altra parte, anche considerato che spesso l’effettiva pronunzia dei vocaboli è nella realtà abbastanza differente da quanto appare dalla loro trascrizione alfabetica, io sarei propenso a ritenere che nella realtà l’uno e l’altro toponimo si pronunziassero anche come Varenna. Esattamente come si constata che avveniva nel nome del re etrusco Porsena/Porsenna nella sua trascrizione latina ed inoltre nel nome che gli Etruschi davano a se stessi Rasna/Rhasenna<6>. D’altronde su questo argomento sono molto significativi i due toponimi toscani Vecchiena e Vecchienna<7>.
Il gentilizio maschile etrusco Varna, che risulta ampiamente documentato dalle iscrizioni<8>, è entrato nel latino in queste quattro differenti varianti: Varnaius, Varin(i)us, Varen(i)us, Varennius<9>.
Ebbene, la corrispondenza dei due toponimi Varena, Varenna coi gentilizi latini Varen(i)us, Varennius è del tutto chiara e certa; ma molto di più lo è, per la loro vocale finale, col gentilizio maschile etrusco Varna.
A questo proposito c’è da precisare che è molto più verosimile che i citati toponimi prediali siano derivati da un gentilizio maschile, come l’etr. Varna, che non da un gentilizio femminile, come il lat. Varena, secondo che aveva ipotizzato Dante Olivieri.
Abbiamo la fortuna di poter approfondire l’analisi del gentilizio etrusco Varna e precisamente di afferrare il suo significato originario. Esso appare essere uno sviluppo dell’altro gentilizio etrusco Vari(e), pur’esso ampiamente documentato dalle iscrizioni, il quale chiaramente si connette col gentilizio lat. Varius ed inoltre con l’aggettivo lat. varius «vario, variopinto, diverso, variabile, incostante, mutevole, inaffidabile».
Ora, considerato che il lat. varius è fino ad ora privo di etimologia<10>, da una parte siamo indotti a ritenere che esso sia derivato dall’etrusco vari(e), dall’altro – con procedimento inverso – che i gentilizi etruschi Vari(e), Varna in origine fossero soprannomi che significavano «(individuo) incostante, mutevole».
E a noi sembra che la conclusione ultima che si possa trarre sia questa: Varna (Firenze), Varna (Bolzano), Varena (Trento) e Varenna (Lecco) sono quattro toponimi prediali, derivati dal gentilizio etrusco Varna, il quale in origine significava «(individuo) incostante, mutevole».
Ma c’è da aggiungere che Varena è pure documentato come toponimo di Cavalese (Trento), di Pegli (Genova) e, ovviamente, pure della Toscana<11>.
E tutti questi toponimi danno una nuova conferma della profonda penetrazione effettuata dagli Etruschi nell’Italia settentrionale, fin nell’alta valle dell’Adige.

NOTE

<1> S. Pieri, Toponomastica della valle dell'Arno, in «R. Accademia dei Lincei», appendice al vol. XXVII, 1918, Roma (1919), pag. 54.
<2> Nel Dizionario di Toponomastica – storia e significato dei nomi geografici italiani, a cura di G. Gasca Queirazza, C. Marcato, G. B. Pellegrini, G. Petracco Sicardi, A. Rossebastiano, Torino 1990, UTET.
<3> Vedi M. Pittau, Toponimi italiani di origine etrusca, Sassari 2006 (Magnum Edizioni tel.-fax 079 217999), pag. 91.
<4> G. B. Pellegrini, I nomi locali del Trentino orientale («Atlante Toponomastico della Venezia Tridentina»), Firenze 1955, pag. 72.
<5> D. Oliveri, Dizionario di Toponomastica Lombarda, Milano 1961, II edizione, pag. 563.
<6> Vedi M. Pittau, Dizionario della Lingua Etrusca, Sassari 2005 (Libreria Editrice Dessì, tel.-fax 079 231673), pag. 344.
<7> S. Pieri, Toponomastica della Toscana meridionale (valli della Fiora, dell'Ombrone, della Cècina e fiumi minori) e dell'Arcipelago toscano, Siena 1969 (Accademia Senese degli Intronati), pag. 47; M. Pittau, Toponimi italiani di origine etrusca cit., pag. 91.
<8> M. Pittau, Dizionario della Lingua Etrusca cit., pag. 142.
<9> Vedi H. Solin et O. Salomies, Repertorium nominum gentilium et cognominum Latinorum, Hildesheim-Zürich-New York 1988, pag. 197, 198.
<10> Cfr. A. Ernout - A. Meillet, Dictionnaire Étymologique de la Langue Latine, IV édit., IV tirage, Paris 1985; M. Cortelazzo - P. Zolli, Dizionario Etimologico della Lingua Italiana, Bologna, I-V, 1979-1988; II ediz. a cura di M. Cortelazzo e M. A. Cortelazzo, col soprattitolo Il nuovo etimologico, 1999.
<11> S. Pieri, Toponomastica della valle dell'Arno cit., pag. 54.

Massimo Pittau
www.pittau.it