IL NOME DI ORISTANO

Oristano. (pronunzia locale Aristánis) (capoluogo di provincia) - La più antica attestazione di Oristano si trova nel geografo bizantino Giorgio Ciprio (Descriptio orbis Romani, dell'anno 604 circa, ediz. H. Gelzer, Lipsia, 1890, pagg. 35, 110-111, 683) come Arhistianés límne «Stagno di Oristano». Per il vero l'editore Gelzer e dopo di lui studiosi recenti hanno ritenuto di dover emendare la lezione lìmne in limén ed interpretare dunque «Porto di Oristano». Ma anche noi siamo contrari a questo emendamento sia perché, come ha scritto il De Felice (cfr. CS 115) «Oristano poteva essere qualificata più facilmente dal vicino stagno che non da un porto che, in quell'epoca, o non esisteva o non doveva avere particolare importanza», sia perché la lezione lìmne «stagno» é confermata da un autore del secolo IX, Leone il Sapiente, Graecorum Episcopatuum Notitiae (Patrologia Graeca, CVII c. 344) nella forma errata nella prima lettera di Xrhisti·nes lìmne.

Premesso che la forma Arhistianés pronunziata alla maniera bizantina, cioè con la eta = i, corrisponde quasi perfettamente alla odierna pronunzia locale del nostro toponimo, c'è da dire che questo trova quasi sicuramente la sua origine nel gentilizio lat. Aristius, come quello di latifondisti romani che, documentati in Sardegna anche da iscrizioni (CIL X 7645, 7845, 7958; ANRW pagg. 685, 706; ILSard 226, Tharros; Rowland 117; ANRW A 340, Cagliari), avranno avuto nella zona del delta del fiume Tirso possedimenti terrieri. Pertanto la forma bizantina Arhistiané presupporrà una locuzione (villa) Aristiana oppure anche (mansio) Aristiana (R. Zucca). (Di passaggio facciamo notare che nel Giudicato di Gallura esisteva una località chiamata Aristana; cfr. GG 203).

La più antica attestazione sarda del nostro toponimo si trova probabilmente in una carta arborense datata al 15 ottobre 1102, come Aristanis (C. Casula), che poi si ritrova anche come Arestanis, Aristanes nel Condaghe di Bonarcado (CSMB 93, 167, 204, 205, 206), nel Condaghe di Silki (CSPS 242), nel Condaghe di Trullas (CSNT≤ 324) e nel Codice di Sorres (CSorr 298). Oltre che in questi più antichi documenti medioevali, ovviamente Oristano risulta citato in numerosissimi documenti successivi, e ciò in virtù della sua qualifica di capitale del Giudicato di Arborea, della relativa diocesi e di curatoria.

Pur derivando Oristano il suo nome da un gentilizio romano, risulta accertato che il sito ha conosciuto lo stanziamento umano già dall'epoca del neolitico recente, dopo nell'epoca nuragica ed infine in quella cartaginese. Sembra che sia da riportare alla fine del VII secolo a. C. una iscrizione etrusca VANA S, che vi è stata trovata e che noi abbiamo interpretato e tradotto Vanius Sethre, con un gentilizio che è etrusco ed anche latino e col noto prenome maschile etrusco (cfr. UNS 106).

Per la storia della città è molto importante precisare che essa è la erede diretta dell'antica Tharros. (vedi), da cui nel 1070 - secondo l'attendibile notizia di Giovanni Francesco Fara (Chorographia Sardiniae, 190.20-30) - il Giudice di Arborea Orzoco Zori con quasi tutto il popolo, sicuramente per sfuggire alle continue e feroci incursioni dei pirati saraceni, emigrò ad Oristano.

Torangius. (rione di Oristano) - Riteniamo assai probabile che questo toponimo, in plurale campidanese, derivi da un originario *Tharranios, indicando gli abitanti di Tharros, che nel 1070 si rifugiarono ad Oristano per sfuggire alle continue e feroci incursioni dei pirati saraceni e si sarebbero stanziati prevalentemente in quel rione.

Massimo Pittau

(estratto dall'Appendice del II vol. del Dizionario della Lingua Sarda - fraseologico ed etimologico, E. Gasperini, Cagliari, di imminente pubblicazione)


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